Roman Abramovich torna protagonista delle cronache: spunta una clamorosa svolta nella vendita del Chelsea che lo lega a doppio filo alla questione Ucraina.
La questione Abramovich-Chelsea è da tempo nell’occhio del ciclone ma pare che per la vendita del club non si sia ancora vicini a trovare un accordo. Nelle ultime ore è emersa un’inaspettata novità che potrebbe ancor di più complicare le trattative.
Roman Abramovich sta portando avanti la vendita del Chelsea nonostante le sanzioni governative che hanno previsto il congelamento dei suoi beni. Il 55enne miliardario era stato aggiunto all’elenco degli oligarchi russi nel Regno Unito, una decisione che ha ostacolato i suoi tentativi di vendere il club.
All’inizio di marzo, nel bel mezzo degli appelli ai potenti russi di vivere all’estero per non affrontare le ripercussioni dell’invasione dell’Ucraina da parte di Vladimir Putin, Abramovich aveva annunciato di essere pronto a terminare il suo mandato dopo 19 anni a Stamford Bridge.
Per quanto riguarda la vendita del Chelsea, sarebbero rimaste in lizza solamente due cordate. Infatti la famiglia Ricketts, che sembrava una delle favorite per l’acquisizione del club, ha annunciato di essersi ritirata. Ad aver abbandonato la corsa nelle ultime ore è anche Stephen Pagliuca, comproprietario dei Boston Celtics in NBA e nuovo proprietario dell’Atalanta.
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Ecco cosa è successo, una decisione epocale che cambierà tutto
In gara sarebbero rimasti solamente altri due gruppi: uno è guidato dal comproprietario dei LA Dodgers, Todd Boehly; l’altro capitanato da Sir Martin Broughton, ex presidente di Liverpool e British Airways, e Sebastian Coe, entrambi britannici, che ha ricevuto il sostegno anche di Lewis Hamilton e Serena Williams. Per questi però ci sarà anche un altro problema da dover affrontare: infatti Abramovich avrebbe deciso di alzare il prezzo di vendita.
Secondo Sky Sports UK, il miliardario russo avrebbe deciso di aumentare il prezzo fino a 3 miliardi di dollari rispetto ai 2,5 miliardi chiesti originariamente. Un aumento di circa 500 miliardi che però sarebbe stato deciso per una buona causa. Infatti Abramovich devolverà una parte del ricavo (1,2 miliardi) a enti e fondazioni che si occupano del risarcimento alle vittime della guerra scoppiata in Ucraina. Questa nuova mossa scombina però nuovamente le carte di una vicenda che non sembra possa risolversi facilmente.
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Bisognerà quindi adesso capire quale tra le due cordate rimaste in corsa riuscirà ad accaparrarsi il Chelsea. La partita è ancora apertissima.