Il racconto della battaglia incredibile che Sinisa Mihajlovic sta conducendo contro la leucemia ha rivelato un retroscena: a distanza di tempo spunta fuori un dettaglio drammatico che nessuno conosceva e che ha commosso tutti.
L’allenatore del Bologna Sinisa Mihajlovic è stato costretto nuovamente ad allontanarsi dalla panchina dei felsinei a causa del ritorno della sua malattia.
A quasi tre anni di distanza dall’ultima volta, l’ex calciatore di Roma, Sampdoria, Lazio e Inter si è dovuto sottomettere a dei nuovi trattamenti per allontanare questo brutto male, questa volta con la consapevolezza che i tempi di intervento permettono di giocare d’anticipo per impedire alla malattia di avanzare come fatto la prima volta.
Sin dal primo momento Mihajlovic non ha mai abbandonato la squadra, restandole vicina nonostante la distanza. Emblematica la telefonata a seguito della prima partita che i rossoblu hanno disputato senza di lui, quella allo stadio San Siro in cui sono riusciti a fermare il Milan capolista sullo 0-0. Telefonata con la quale Sinisa ha voluto fare i complimenti ai suoi giocatori.
Grande anche il supporto di tanti suoi colleghi allenatori, tifosi di ogni squadra e da tanti protagonisti del mondo del calcio ma non solo. Tutti si sono uniti attorno al serbo, sorreggendolo con messaggi d’affetto molto apprezzati dal tecnico, che in conferenza stampa ammette: “Ho ricevuto più di 700 messaggi a poche ore dal mio annuncio, li leggerò tutti ma non risponderò, spero nessuno si offenda. Parlate del Mihajlovic allenatore ma lasciate l’uomo alle sue esigenze”.
Il coraggio di Mihajlovic
Sinisa ovviamente punta a tornare prima possibile, lottando come lui sa fare e dando una bella lezione a questa malattia che, come ha detto lui “ha avuto molto coraggio a tornare all’attacco”.
Quello che non tutti sanno è che, mentre l’annuncio del ritorno della malattia è avvenuto il 27 marzo, era già da tempo che Mihajlovic aveva avuto dei campanelli d’allarme. Già dalla sfida contro la Salernitana del 26 febbraio. Sinisa ha vissuto la gara successiva col Torino senza dire nulla e ha dovuto subire subito dopo un intervento chirurgico, tornando però a casa la sera stessa nonostante i punti e i dolori, invece di rimanere una settimana in osservazione in ospedale come solitamente si fa in questi casi. La mattina dopo ha anche diretto gli allenamenti a Casteldebole, per preparare la gara contro la Fiorentina.
Ha nascosto tutto alla squadra per farli restare concentrati “Dobbiamo risalire in classifica” Anche dopo il responso non si è fermato, preparando la gara con l’Atalanta sempre tenendo tutti all’oscuro della sua condizione. Una reazione da combattente vero da parte di un professionista attaccato alla vita, che darà una nuova lezione ad un subdolo nemico.