Un noto giocatore ucraino ha rilasciato delle forti dichiarazioni su quanto vissuto durante il conflitto tra guerra tra Russia e Ucraina.
La paura provata in prima persona durante il conflitto ha lasciato delle importanti conseguenze psicologiche ad un noto attaccante della Premier League.
La guerra in Ucraina sta causando vittime e orrore. Sono tante le personalità calcistiche in queste settimane sono state coinvolte nel conflitto, tra chi si è schierato in prima persona nell’esercito ucraino in difesa del proprio paese e chi ha dovuto tentare il tutto e per tutto per lasciare un paese sotto i bombardamenti, come nel caso di De Zerbi.
Un noto calciatore ha raccontato la sua esperienza con termini forti, raccontando di portare conseguenze mentali per quanto vissuto.
Lo shock del giocatore: “Continuavo a piangere”
L’attaccante ucraino del West Ham Andriy Yarmolenko ha concesso un’intervista al quotidiano Football 1/2/3, in cui ha raccontato il terrore vissuto durante la guerra. In particolare ha parlato del momento di paura provato per la moglie e il figlio, che erano volati in Ucraina giusto il giorno prima dell’invasione russa per una visita medica.
Yarmolenko ha raccontato di essersi sentito impotente di fronte alla situazione, perché nel momento in cui i suoi cari si trovavano sotto i bombardamenti lui era a Londra. Quando ha scoperto il tutto si trovava nel campo d’allenamento del West Ham, ma era totalmente devastato per continuare ad allenarsi: “Non potevo parlare e continuavo a piangere, così ho chiesto all’allenatore di poter tornare a casa. Volevo solo sbattere la testa contro il muro per quanto ero stato stupido a lasciarli partire”.
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“Non riuscivo a dormire e a mangiare”
L’attaccante ha aggiunto che il dramma vissuto per il suo paese non lo ha fatto mangiare né dormire per giorni. Ha dichiarato di aver trascorso giornate intere a casa al telefono con i suoi parenti bloccati in Ucraina. Ma con i giorni, consultandosi con l’allenatore, ha deciso che era meglio tornare ad allenarsi, per distrarsi e per essere professionale.
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Nel frattempo la sua famiglia è riuscita a raggiungerlo a Londra, facendogli tirare un sospiro di sollievo dopo la paura vissuta. Ma il suo pensiero resta in Ucraina: “È una situazione surreale, sembra di vivere un film dell’orrore. Ma di una cosa sono certo: nessun paese potrà mai sconfiggere il nostro spirito“.