Non è stata un’annata facile per la Juventus. L’avvicendamento tra Andrea Pirlo e Massimiliano Allegri si pensava potesse dare nuova linfa alla squadra per tornare ad essere competitiva per il titolo.
Così non è stato, e i bianconeri, dopo più di un decennio, hanno chiuso la stagione con nessun trofeo in bacheca.
Il diktat, adesso, è lasciarsi alle spalle questa stagione e ripartire al meglio in vista della prossima.
Il rendimento, tutt’altro che soddisfacente, avuto dalla Juventus porterà, quasi certamente, ad una rivoluzione. I bianconeri, al netto degli addii già ufficiali di Giorgio Chiellini e Paulo Dybala, dovranno rifondare la squadra per provare l’assalto al tricolore e al sogno Champions League già dal prossimo anno. Alla Vecchia Signora urgono rinforzi in ogni reparto. In difesa è necessario trovare qualcuno che sostituisca Giorgione, sia numericamente sia nel peso specifico. Il centrocampo, vero nodo e punto debole della Juventus negli ultimi anni, avrebbe bisogno di un profondo restyling iniziato già nel corso della stagione appena conclusa con gli arrivi di Manuel Locatelli e Denis Zakaria, ma non è finita qui. Si parla, infatti, con molta insistenza di un ritorno di Paul Pogba che a Torino ha vissuto le migliori stagioni della sua carriera. È vivo l’interesse anche per il laziale Sergej Milinkovic-Savic e per l’italobrasiliano Jorginho. La sensazione, però, è che di questi tre grandi nomi ne arriverà al massimo uno. Altro reparto da rinforzare è senza dubbio l’attacco. La partenza di Dybala, e quelle probabili di Kean e Morata, costringono la società ad intervenire in maniera decisa anche nel reparto avanzato. I nomi che circolano con più insistenza sono quelli di Angel Di Maria, Ivan Perisic e Giacomo Raspadori. L’attacco, dunque, ripartirà dall’unica certezza in rosa: Dusan Vlahovic.
Proprio il trasferimento di Dusan Vlahovic, dalla Fiorentina alla Juventus, continua a far discutere. Ne ha parlato anche il presidente viola, Rocco Commisso, svelando retroscena che erano rimasti nascosti: “I procuratori e lui non hanno fatto un gioco onesto e non si sono comportati bene con me. Al mio hotel ci siamo incontrati e dopo tre ore, ogni mezz’ora andava fuori perché doveva andare al bagno dove c’erano due amici. Il giorno dopo mi disse che eravamo contenti di fare un accordo a 8 milioni netti, sono passati da 4 a 8 in 24 ore […] Da lì il negoziato è finito e ho detto ai dirigenti che non accettavo questa situazione. Gli ho detto di trovare un altro centravanti e hanno preso Piatek e poi Cabral. Nel frattempo, il signorino che ci poteva rovinare, che aveva detto che poteva firmare, poi ci ha bloccato l’acquisto ad agosto del nuovo centravanti“.
Il presidente Commisso, dunque, accusa Vlahovic e il suo entourage di essere stati scorretti e poco chiari, ma non fa drammi. Gli arrivi di Piatek prima e Cabral poi hanno permesso alla viola di non rimpiangere il serbo e di centrare la qualificazione alla Conference League, vera e propria impresa secondo il patron dei gigliati: “I dati parlano chiaro: con Vlahovic all’andata eravamo al settimo posto e alla fine siamo arrivati comunque settimi. Vlahovic con la Juventus ha fatto 7-8 gol tra A e Coppa, lo stesso numero di Cabral insieme a Piatek. Non abbiamo perso molto con la sua cessione“.
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