Dopo l’appello di Malinovskyi e di altri calciatori ucraini, arriva la pesantissima decisione di uno dei giocatori simbolo della scena sportiva mondiale. Il gesto clamoroso entrerà nella storia!
Il prossimo 24 marzo sono in programma le partite di qualificazione mondiale in giro per il mondo. Dall’elenco dei convocati di una squadra spicca l’assenza del suo capitano.
Si tratta proprio del capitano della Russia, Artem Dzyuba, attaccante dello Zenit San Pietroburgo, che ha chiesto di non essere convocato per i prossimi impegni della sua nazionale.
Il classe ’88 è nel giro della nazionale maggiore dal 2011 e ne è diventato il capitano nel 2018. Con la casacca del suo paese ha segnato ben 30 reti in 55 partite, che lo portano al primo posto della classifica dei cannonieri russi di tutti i tempi (anche se a pari merito con Kerzhakov).
Lo stesso CT russo Karpin ha ammesso di non aver convocato Dzyuba su esplicita richiesta del suo capitano, dato che il giocatore sta vivendo una situazione molto difficile, visto e considerato che molti suoi parenti e amici si trovano in Ucraina. “Abbiamo comunque concordato che rimarremo in contatto e seguiremo le sue prestazioni con lo Zenit” conclude Karpin, che dunque non esclude un ritorno di Dzyuba per le prossime convocazioni, magari a patto che il conflitto sia finalmente terminato.
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Gli appelli hanno funzionato
Numerosi calciatori ucraini, come il terzino sinistro classe ’99 dell’Everton Mykolenko, l’attaccante esterno classe ’89 del West Ham Yarmolenko (cresciuti entrambi nella Dinamo Kiev) e il “nostro” Ruslan Malinovskyi, trequartista dell’Atalanta, avevano chiesto a tutti i rappresentanti del mondo del calcio, tramite alcuni appelli. di opporsi pubblicamente a quanto stesse accadendo.
Il giocatore dell’Atalanta è comparso in un toccante video pubblicato sull’account ufficiale dello Shakhtar Donetsk, squadra in cui è cresciuto calcisticamente. Proprio Malinovskyi è legato da una profonda amicizia con il russo dell’Atalanta Aleksey Miranchuk, come ha confermato il loro compagno di squadra Marten De Roon.
A queste parole il capitano della Russia aveva risposto di essere contro la guerra, ma anche contro l’aggressività e l’odio verso i cittadini russi, che ogni giorno si faceva peggiore: “Sono orgoglioso di essere russo” aveva detto Dzyuba “e non capisco perché debbano essere gli atleti a pagare per tutto ciò che sta accadendo”.
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Questa decisione sembra però essere una presa di posizione forte, segnale che le parole dei giocatori ucraini devono aver fatto breccia nel cuore del capitano russo, che ha voluto far sentire loro la propria vicinanza, nella speranza che tutto possa concludersi per il meglio e senza ulteriore dolore.