Dopo 30 anni i giallorossi tornano a giocare una finale europea grazie al gol di Abrahham che decide la semifinale. Non è passato inosservato a fine partita un gesto di Mourinho, ecco cosa è accaduto.
La Roma di Mourinho regala una finale europea ai propri tifosi: battuto 1-0 il Leicester e il 25 maggio a Tirana la Roma affronterà in finale il Feyenoord.
La Roma con la vittoria per 1-0 grazie al gol di Abraham regala ai propri tifosi la prima finale della Conference League. I giallorossi battono il Leicester nella semifinale di ritorno e a Tirana il 25 maggio affronterà il Feyenoord, che ha sconfitto il Marsiglia nell’altra semifinale della competizione.
Una squadra cha ha saputo rispondere ad ogni difficoltà incontrata lungo il cammino e che ha saputo farsi grande nel momento giusto. Un pubblico straordinario, ieri sera erano in 70 mila all’Olimpico a incitare la propria squadra per raggiungere una finale già diventata storica.
Il merito di questo traguardo raggiunto va al vero condottiero di questa Roma: José Mourinho che ha saputo far crescere tatticamente ma soprattutto di mentalità la squadra e ora dopo 12 anni è pronto a riportare in alto in Europa il calcio italiano.
Serata “Special” per lo Special One
Una serata “Special” per i tifosi romani che dopo oltre 30 anni tornano a giocare una finale di una competizione europea. E chi meglio dello Special One avrebbe potuto raggiungere tale traguardo.
Il tecnico portoghese alla vigilia del match aveva chiesto al proprio pubblico di non andare allo stadio come spettatori ma di andarci per giocare insieme alla squadra. In 70 mila hanno risposto presente creando un’atmosfera incredibile colorando l’Olimpico di giallorosso.
Mourinho è stato capace di creare un vero gruppo unito, come testimoniano a fine partita gli abbracci tra i compagni e le corse per andare a festeggiare coni tifosi l’accesso in finale. Ma un gesto in particolare dell’allenatore ha colpito tutti.
Dopo il triplice fischio, mentre i giocatori festeggiavano la vittoria, il tecnico si è commosso prima di regalare un ultimo saluto ai tifosi con il quale ha sfogato la propria tensione. Un gesto che ha colpito non tanto per il gesto in sé, ma perché è bellissimo come il calcio e i tifosi sappiano far vivere ancora emozioni così forti anche a chi ha vinto tutto quello che si poteva vincere da allenatore.
Mourinho ai microfoni ha spiegato: “È una vittoria di famiglia, una famiglia che era in campo e in panchina ma anche della famiglia dello stadio. Questa empatia e questo senso di unità è la nostra vittoria più grande. Abbiamo fatto una gara straordinaria come i ragazzi che meritano tutto questo, però lunedì si dovrà pensare alla Serie A“.
14 partite per arrivare a giocare la finale a Tirana ora però l’obiettivo è uno: “Adesso vogliamo vincere il trofeo.”