È giunto il momento di rompere il silenzio per Kevin Prince Boateng e parlare di un fenomeno riprovevole come quello del razzismo, il quale nel corso degli anni ha preso sempre più corpo anche nei campi da calco in modo indecoroso.
Diversi calciatori nel corso della loro carriera hanno avuto modo di commentare gli episodi di razzismo che si sono verificati durante le partite di calcio, le quali hanno visto vittime di attacchi volti noti di questo sport come Mario Balotelli e anche Kevin Prince Boateng.
In particolar modo, il calciatore ed ex marito di Melissa Satta ha deciso di raccontarsi anche setto questo punto di vista alla redazione del Corriere della Sera, attraverso una lunga intervista che in queste ore sta già facendo il giro del web.
Boateng vittima di razzismo
Sono parole molto forti quelle usate da Kevin Prince Boateng che purtroppo, insieme a tanti altri calciatori, è stato vittima di razzismo a seguito delle sue origini e non solo. Episodi che l’hanno condotto anche ad esporsi in prima persona, abbandonando il campo durante una partita amichevole con indosso la maglia del Milan.
In questi anni l’appello di Boateng resta sempre lo stesso, ovvero mettere in atto maggiori controlli e punizioni che impartiscano una lezione anche al tifoso. Infatti, al Corriere della Sera Kevin Prince Boateng ha dichiarato: “Fermare la partita. Per tre idioti? Sì. Così educhiamo le persone”.
LEGGI ANCHE -> Guerra Ucraina-Russia: morti due calciatori, la terribile notizia sconvolge i tifosi di tutto il mondo
LEGGI ANCHE -> Milan – Pioli la pesante accusa ad uno dei suoi: ‘Sei solo un giocatore banale’
“Cammino per strada e…”
A lasciare senza parole i tifosi e fan di Kevin Prince Boateng è stato il racconto fatto alla redazione del quotidiano, rivelando un qualcosa che a quanto pare si verifica tutt’ora nella sua vita: “Ancora oggi, a Berlino, cammino per strada e c’è chi cambia marciapiede”.
Infine, il calciatore ha parlato anche in modo apparentemente negativo della risposta che numerosi personaggi famosi gli hanno fornito nel momento in cui aveva deciso di avviare una task force contro il razzismo e che doveva avere luogo nel 2019: “Pensavo fosse più facile trovare calciatori, cantanti, attori che avessero voglia di metterci la faccia e lottare. Invece, è difficile trovare uno che c’è al cento per cento. Hanno contratti, sponsor, paura di perdere qualcosa. Non te lo dicono, ma lo capisci”.