La bandiera della Nazionale Italiana, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, analizza l’episodio che ha sancito la sconfitta dell’Inter a Bologna.
Bandiera della Nazionale Italiana con la quale ha totalizzato 58 presenze disputando due campionati del mondo e un campionato europeo ed è stato eletto tre volte portiere dell’anno IFFHS. Alla Gazzetta dello Sport analizza l’episodio di Bologna che è costato la partita all’Inter, sconfitta 2-1 dai rossoblù.
Al minuto 80 la squadra nerazzurra ha una rimessa laterale vicino alla bandierina della propria metà campo. Perisic, alla battuta, indirizza la palla verso il portiere Radu, il quale manca lo stop permettendo a Sansone, che era in pressione, di segnare indisturbato il gol del vantaggio.
La squadra di Simone Inzaghi nei minuti successivi non riesce a riacciuffare la partita sprecando così una buona possibilità di sorpassare il Milan in classifica e dovendosi accontentare così di rimanere a meno due dai cugini.
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Walter Zenga è stato un grande portiere che ha legato il proprio nome principalmente all’Inter con la quale ha disputato 473 incontri in 12 anni. Salernitana, Sanbenedettese, Savona, Sampdoria sono le altre squadre nella quale ha giocato prima di terminare la carriera negli Stati Uniti dove ha poi intrapreso la carriera da allenatore giramondo.
Da portiere difende il classe ’97, l’errore è evidente ma è troppo facile prendersela con Radu il quale, episodio a parte, ha disputato una buona partita: “Se l’Inter perde lo scudetto non sarà stato certo per colpa di Radu…”.
Zenga evidenzia ciò che avvenuto a fine partita, alcuni giocatori nerazzurri sono andati subito a rincuorare Radu e a coprire la telecamera che nel frattempo stava immortalando il momento. Poi spiega che se giocherà a Udine dovrà avere la forza di resettare tutto. “Ora non deve pensare di essere il più scarso, un errore è capitato a tutti”.
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Non usa giri di parole l’ex numero 1 per esaminare l’errore di Radu a Bologna che ha regalato i tre punti ai rossoblù. Per Zenga il principale colpevole non è il portiere nerazzurro, ma un errore concettuale: in quel momento della partita il pallone andava gestito in maniera diversa. “Perisic ha una rimessa lunga, sa pure lui che a cinque metri dalla bandierina, in fase difensiva, con l’avversario in pressione accoppiato bene nell’uno contro uno, quella palla deve andare alta verso la punta. Poi se si perde, siamo già messi bene per difenderci. Stop”.
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